domenica 18 dicembre 2011

"Klausdieter" e la prima neve a quote basse

A cura di: Paolo Leoni
Come già annunciato nel post di ieri, questa notte si è formata sul Mediterraneo centrale una nuova depressione: "Klausdieter"


A poche ore "dalla nascita", la depressione in questione sta rispettando perfettamente la "tabella di marcia": con un centro di bassa pressione di circa 1007hpa, quindi non molto profondo, favorisce l'afflusso umido verso le regioni centrali tirreniche e in parte sull'Emilia Romagna. 
Proprio in queste ore deboli precipitazioni stanno interessando il Lazio centro meridionale e il basso Tirreno. Purtroppo, essendo una depressione "appena nata" ed avendo un centro di pressione non troppo profondo, i suoi effetti saranno inizialmente blandi; solo con il passare delle ore si avrà una recrudescenza dei fenomeni, i quali, rimarranno comunque contenuti, ma presenti. 
Come già detto anche ieri, saranno fenomeni prodotti dall'instabilità atmosferica, dovuta alle bassissime temperature in quota (oltre i 5000m); pertanto, sono imprevedibili sia per quanto riguarda la posizione sia per l'intensità: non ci dovremo stupire se in alcune zone si verificheranno isolati rovesci, mentre in altre poco distanti, non precipiterà nulla, in quanto, è una situazione tipica in questi casi.
Comunque sia, le precipitazioni inizieranno a "farsi vedere" solo dalle ore pomeridiane sul centro Italia e dalla sera anche sulla fascia adriatica. 
Per quanto riguarda l'Emilia Romagna: la Romagna sicuramente avrà accumuli maggiori con neve prossima al piano; mentre, l'Emilia dovrà "puntare" a qualcosa di coreografico, anche se la neve raggiungerà da subito le zone pianeggianti. 

Ulteriori, possibili aggiornamenti in giornata. 

sabato 17 dicembre 2011

Buone possibilità di vedere la prima neve dell'Inverno 2011/2012

A cura di: Paolo Leoni
Ne avevamo già parlato, era stato largamente annunciato e puntualmente è arrivato: il Generale Inverno. 
Grazie ad una profonda depressione ("Joachim") posizionata sull'Europa centrale, aiutata da una forte corrente a getto, gran parte del crinale alpino occidentale ha visto, nelle ultime ore, copiose nevicate: in Val d'Isere si sono raggiunti i 2 metri di neve. 
Fonte: http://www.trinum.com/ibox/lesarcs1950/images/arcs1950d9.jpg
Neve che è caduta anche sulle Alpi centrali, orientali e sulle cime più alte dell'appennino.
Da questa mattina, in Italia, il freddo ha iniziato a farsi sentire, complice anche il forte vento proveniente dai quadranti settentrionali. 
L'aria gelida giunta dalle alte latitudini ha prodotto anche delle brevi ed intermittenti nevicate sul centro Italia fino a quote collinari; mentre, sulle coste Laziali la pioggia è stata accompagnata dalla grandine con temperature, che durante i rovesci, sono scese fino a valori molto vicini allo zero. 
Eppure, siamo solo agli inizi. 
Infatti, domani, complice l'aria fredda, si formerà un minimo depressionario proprio sulle coste centrali.
Tale minimo è stato denominato dai centri meteorologici tedeschi "Klausdieter" e sempre secondo i principali centri di calcolo meteorologici dovrebbe raggiungere un valore prossimo ai 1005hpa. 
Sicuramente non è una depressione molto profonda, ma considerando l'ingente quantitativo di aria fredda presente e la forte corrente a getto che insisterà prima sul Mediterraneo occidentale e poi sul nostro paese, si potranno avere effetti inaspettati e occasionalmente moderati. 
Sinottica prevista per Domenica 18.12.2011 ore 12.00 UTC (13.00 Locali)
Fonte: http://www.met.fu-berlin.de/de/wetter/maps/emtbkna.gif

martedì 13 dicembre 2011

E' in arrivo il Generale Inverno

A cura di: Paolo Leoni
A pochi giorni dalla pubblicazione, su questo Blog, dell'ultimo articolo in cui veniva evidenziata la totale assenza di freddo sul Vecchio Continente; quasi "incredibilmente" i modelli meteorologici hanno iniziato a proporre una configurazione futura prettamente invernale. 
L'arrivo del Generale Inverno, nonostante siamo a metà Dicembre, fa notizia: dopo la totale assenza dell'autunno e un inizio inverno di stampo prettamente autunnale, sembra quasi incredibile che tra pochi giorni gran parte dell'Europa verrà avvolta dal gelo e coperta dalla neve. 
Ma tralasciamo le "belle parole" ed entriamo subito in merito all'argomento. 
La colata gelida prevista coinvolgerà da prima il Regno Unito, poi l'Europa Centrale con Francia e Germania in testa, quindi l'area Balcanica ed infine l'Italia. 
Potrà sembrare strano ma questa volta l'aria gelida, inizialmente, non scenderà dalla Penisola Scandinava o dalla Russia Europea, ma il Vortice Polare "preleverà" la stessa dalla Groenlandia e la spingerà sulle aree appena citate.
Considerano il lasso temporale, l'evoluzione e gli attuali aggiornamenti dei modelli meteorologici, possiamo dare per certo l'arrivo del freddo in Gran Bretagna, Francia, Germania ed area Balcanica. 
Come avrete notato, manca l'Italia: per il nostro paese la questione è molto delicata.
Infatti, il Crinale Alpino si comporterà come un "muro" nei confronti dell'aria fredda, la quale non potendo scavalcare le Alpi, sarà costretta a scivolare tutta verso est. Una volta raggiunta l'area Balcanica, potrebbe, essere richiamata in sede Mediterranea dall'Anticiclone, che nel frattempo si sarà posizionato a largo delle coste portoghesi. 


giovedì 8 dicembre 2011

Un Inverno 2011/2012 senza neve e freddo?

A cura di: Paolo Leoni

L'Autunno meteorologico, terminato il 30 Novembre, è stato caratterizzato dall'assenza del freddo e delle precipitazioni (su gran parte della nostra penisola): solo la Sicilia ha raggiunto accumuli pluviometrici notevoli e oltre le medie stagionali; ma molte altre aree sono rimaste a secco, o quasi.
Fino ad oggi, questo 2011, si sta dimostrando caldo e avaro di precipitazioni; come se non bastasse, l'attuale situazione e la tendenza futura non sono affatto di buon auspicio per un possibile cambio di rotta.

L'Inverno è iniziato da poco e già "fa storcere il naso" agli amanti del freddo e della neve.
Infatti per come si sono messe le cose e per come si metteranno, almeno fino a Natale, si rischia di vivere, più che un vero inverno, un "secondo autunno".
Non di rado capita che giunti all'Immacolata (8 Dicembre) la fredda stagione non si sia fatta ancora sentire e che la neve non abbia, almeno una volta, già coperto le zone di pianura o di collina; ma arrivare a questo periodo dell'anno con gli Appennini completamente verdi e i versanti italiani delle Alpi ancora privi di neve, è veramente raro.
Un esempio su tutti: Buca del Cimone 2000m, completamente verde.
Fonte: http://www.meteosestola.it/cimone.jpg

martedì 8 novembre 2011

Senza dubbio: Un evento eccezionale. Sottovalutato e male affrontato.

A cura di: Paolo Leoni

Premetto subito che ciò che andrete a leggere non sarà un articolo piacevole; ma la morte di altre sei persone, dopo le sette vittime dell'alluvione del 25 Ottobre 2011, non può che essere accompagnata da toni pesanti e accuse ben mirate. 
A mio avviso, il principio "Causa-Effetto" è sempre verificato, spesso le cause sono molteplici, così come gli effetti, ma entrambi ben distinti e determinabili. 
Quindi credo sia "stupido" e controproducente non voler individuare le cause degli effetti; perché, così facendo si rischia solo di ricadere nell'errore, senza imparare nulla da quanto è accaduto, senza correggere ciò che è stato sbagliato, ma solo rimanendo in attesa di una nuova catastrofe annunciata. 
Precedentemente a questo post, io stesso ne ho scritto un altro (in data 2 Novembre 2011), relativo alle abbondanti piogge che avrebbero colpito il Piemonte e la Liguria nei giorni 4 e 5 Novembre 2011. 
Il titolo del post era fin troppo chiaro "In arrivo nuove abbondanti piogge: possibili nuove alluvioni" e correlato con commenti ed immagini più che dettagliate; l'articolo voleva concentrare l'attenzione, di coloro che stavano leggendo, su ciò che sarebbe accaduto a poche ore di distanza. 
Mi ero soffermato, visto il "fresco precedente", sull'area di confine tra Liguria e Toscana, ma le carte meteorologiche riportate erano fin troppo eloquenti e sarebbe stato inutile aggiungere altro: "Giusto per riportare un dato visibile dalle mappe: tra Liguria e Toscana in 72h sono attesi più di 400mm, ovviamente stimati, quelli reali potranno essere decisamente maggiori."
Sarebbe bastata la semplice esperienza di un appassionato di meteorologia per capire che l'evento previsto era tutt'altro che normale; anzi, per intensità, durata (oltre 36h) e superficie coinvolta, poteva tranquillamente rientrare nel gruppo degli eventi "più unici che rari".
Eppure, visti i risultati, non tutti hanno dato il giusto peso a ciò che proponevano i modelli matematico-meteorologici.
Dal giorno in cui è stato scritto l'articolo all'ora dell'evento, tutti gli aggiornamenti meteorologici disponibili non hanno fatto altro che confermare, e in alcuni casi rincarare, la dose di precipitazioni per le aree più interessate: Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta.
Credetemi, era fin troppo chiaro e palese quello che sarebbe successo e vista la potenzialità dell'evento sembrava quasi impossibile che questo si potesse realmente verificare.

mercoledì 2 novembre 2011

In arrivo nuove abbondanti piogge: possibili nuove alluvioni

A cura di: Paolo Leoni

A poco più di una settimana di distanza dall'alluvione che ha colpito la Liguria di levante e l'estremo nord-ovest toscano, ritornano le abbondanti piogge.
Come già detto precedentemente, le piogge autunnali per definizione sono spesso moderate e continue, talvolta abbondanti: ovviamente, ciò che è successo il 25 Ottobre in Liguria-Toscana va al di là di ogni regola e schema, fortunatamente non fa parte della normalità ma rientra nel gruppo degli eventi "più unici che rari". 
Purtroppo però in Italia basta molto meno per dar via alla conta dei danni ingenti, sia per la delicata conformazione del territorio sia e soprattutto per la totale assenza di attenzione e cura nel costruire o nel mantenere in regola il territorio. 
Quindi, basta un evento meteorologico un po' "sui generis" e subito si parla di alluvione o allagamenti. 
Per Venerdì 4 Novembre è prevista una configurazione analoga a quella avuta il 25 Ottobre: una depressione proveniente dalla Francia sud-occidentale si sposterà verso il confine Francia-Italia, richiamando aria caldo umida dai quadranti meridionali. L'aria "fredda" in arrivo, scontrandosi con l'aria più calda e umida proveniente da sud, favorirà la formazione di fenomeni meteorologici intensi.

Venerdì 4 Novembre ore 12.00:
Arrivo delle precipitazioni
Sabato 5 Novembre ore 12.00: Fronte freddo in arrivo sulla
nostra penisola e precipitazioni già in atto su
gran parte del territorio con maggior coinvolgimento del
versante Tirrenico, nord Ovest Italiano e crinale alpino

















I modelli matematico-meteorologici attuali prevedono accumuli di notevole entità: addirittura avrebbero inquadrato un evento più intenso e devastante di quello di fine Ottobre.
Questa volta gran parte del nord Italia sarà sotto l'azione di forti piogge e temporali, con accumuli impressionanti.

Precipitazione prevista in 36h: da Venerdì 4 ore 00.00 a Sabato 5 Novembre 2011 ore 12.00 

Precipitazione prevista in 36h: da Sabato 5 Novembre 2011 ore 12.00 a Lunedì 7 Novembre ore 00.00
A questo punto non credo ci sia molto da aggiungere, i dati previsionali sono eloquenti: qualora si verificasse tutto questo, alla fine, ci troveremo veramente in un Italia in ginocchio! 
Giusto per riportare un dato visibile dalle mappe: tra Liguria e Toscana in 72h sono attesi più di 400mm, ovviamente stimati, quelli reali potranno essere decisamente maggiori.

martedì 1 novembre 2011

E con l'arrivo dell'autunno tornano le alluvioni

Nel precedente post relativo all'arrivo dell'Autunno ("Finalmente l'Autunno") mi ero volutamente soffermato sul tangibile pericolo, per le aree più esposte durante queste configurazioni meteorologiche, di una possibile alluvione. Le precipitazioni più intense si sarebbero registrate, secondo previsione, tra l'appennino Ligure-Emiliano-Toscano e sul basso Trentino-alto Veneto: previsione, che successivamente, ha trovato larga conferma nei fatti accaduti e nei dati registrati.
Fin da subito la situazione è apparsa delicata, con una simile configurazione barica l'evento eccezionale è dietro l'angolo, ma di difficile (quasi impossibile) previsione. Io personalmente non mi sarei mai aspettato e neanche immaginato un evento simile, ciò che è accaduto ha qualcosa d'incredibile; definirei l'evento più unico che raro. Tutti noi conosciamo la morfologia del nostro territorio e sappiamo quanto esso sia delicato, eppure continuiamo a commettere "crimini legalizzati" e a rimanere stupiti di fronte ad eventi catastrofici che con più attenzione si sarebbero potuti evitare. 
Costruire in aree ad elevato rischio idrogeologico, trascurare la manutenzione dei letti dei fiumi o dei torrenti oppure la mancata costruzione di opportuni argini di contenimento o protezione vuol dire attendere "pazientemente" la catastrofe. L'evento eccezionale prima o poi arriva e questo, oltre che ad essere un discorso generalizzato, vale per tutte le aree del nostro paese; non esiste comune, città, provincia o regione che si possa sentire esente da questo tipo di fenomeno
"Fortunatamente" o "purtroppo" questa volta la responsabilità umana è attenuata dalla portata dell'evento: un evento con tempi di ritorno secolari è molto difficile da contenere.
Sono passati sei giorni da quel maledetto 25 Ottobre 2011 e proprio oggi è stato ritrovato il corpo della decima vittima, cerchiamo di capire il perché di un evento che sicuramente ricorderemo a lungo. 
La configurazione meteorologica che si è creata il 25 Ottobre è abbastanza diffusa in questo periodo dell'anno, ma questa volta si è creata "la condizione perfetta": un fronte freddo in movimento da Nord-Ovest verso Sud-Est si è scontrato con l'alta pressione che da giorni perdurava sul nostro territorio, nel mentre, aria più umida proveniente dai quadranti meridionali è andata a converge proprio a ridosso dell'appennino ligure generano un vero e proprio "ristagno caldo umido" nelle aree più colpite. Nel momento in cui l'aria fredda è venuta a contatto con l'aria più umida e calda si è innescata una vera e propria "Bomba d'Acqua" che ha riversato al suolo centinaia e centinaia di millimetri d'acqua.
Fonte: 3BMeteo



  












domenica 30 ottobre 2011

Neve anticipata sulla North East Coast statunitense

a cura di: Paolo Leoni

La stagione invernale sulla East Coast statunitense, quest'anno, è iniziata con largo anticipo. In una delle aree più movimentate (meteorologicamente parlando), del continente americano, la neve durante il periodo invernale è di casa: spesso e volentieri le temperature scendono abbondantemente sotto zero e le copiose nevicate vengono, quasi sempre, accompagnate da forti venti. Ma vedere la neve cadere nella città di New York il 29 Ottobre è quasi impossibile: ne è una conferma lo stupore dei newyorkesi, i quali hanno assistito all'arrivo anticipato della "Dama Bianca". 
I dati statistici di New York riportano per questo periodo una massima di 16°C ed una minima di 8°C; mentre, in questo freddo e perturbato sabato la massima registrata è stata di soli 7°C e la minima di appena 1°C. 

Le precipitazioni cadute nella giornata di sabato hanno raggiunto i 50mm con quasi 7cm di accumulo nevoso. 
La perturbazione che ha colpito la costa orientale ha solo "accarezzato" la città di New York eppure gli effetti sono stati di notevole importanza.


sabato 22 ottobre 2011

"L'angolo di Leoni": E' arrivato l'Autunno... finalmente!!!


24 Ottobre 2011

Inizia oggi la prima vera settimana autunnale dell'anno, sarà caratterizzata da piogge, anche abbondanti, e temperature in media con la stagione. 
Ciò è dovuto, come già accennato in precedenza, allo spostamento dell'anticiclone (denominato "HULLA") verso Est; mentre, ad Ovest, una profonda depressione (denominata "MEENO"), collocata sulle Isole Britanniche, invierà "un braccio perturbato" su Spagna, Francia e Italia.
Pertanto non si tratterà di una discesa d'aria fredda con conseguente formazione dei fenomeni all'interno o in prossimità del bacino del Mediterraneo, bensì, verremo proprio "attraversati" da una perturbazione già formata e già in azione sulla Spagna e sulla Francia Occidentale. Gli effetti, purtroppo, nel nostro paese saranno ben maggiori rispetto alle aree già citate: l'orografia italiana, fatta di mari e catene montuose di un certo livello, causa un rallentamento delle perturbazioni con conseguente incremento locale delle precipitazioni. Ovvero, spostandosi da Ovest verso Est, la perturbazione dovrà attraversare gli Appennini settentrionali e "scontrarsi" con le Alpi, a ridosso di queste due catene montuose i fenomeni saranno decisamente intensi e talvolta preoccupanti: è il caso del Piemonte meridionale, dell'entroterra Ligure, dell'Emilia occidentale, dell'alto Veneto e del Trentino. Nelle aree elencate gli accumuli millimetrici previsti potranno raggiungere e superare i 150/180mm con punte anche di 200/220mm: una vera e propria sfida per i fiumi ed i versanti esposti che dovranno "sopportare" quantitativi pluviometrici notevoli. Il tutto fino a Giovedì.
L'immagine riportata mostra i quantitativi pluviometrici accumulati fino a Giovedì ore 00.00: spiccano, come detto, le aree dell'alto Veneto e del Trentino. Sicuramente, gran parte delle aree colpite riuscirà a colmare il deficit pluviometrico accumulato durante i mesi estivi, mentre altrove (coste adriatiche) difficilmente si riuscirà a sanare il "debito pluviometrico". In ogni caso, dobbiamo attendere il termine della giornata odierna per poter inquadrare al meglio le aree più colpite, anche se ormai la linea di tendenza si è trasformata in "previsionale".






domenica 9 ottobre 2011

Settembre 2011: il 2° Settembre più caldo dal 1800

A cura di: Paolo Leoni
Non è passato molto tempo, dall'ultimo post dedicato all'analisi dei dati meteorologici relativi all'Estate 2011, che già "siamo costretti" a scrivere un nuovo post d'analisi per il solo mese di Settembre.
Ci eravamo lasciati con la seconda metà di Agosto veramente rovente seguita da un inizio di Settembre tra i più caldi degli ultimi anni; e anche se i segnali per l'immediato futuro non erano dei più "freschi", nessuno si sarebbe aspettato un Settembre così caldo.  
Giorno dopo giorno la temperatura registrata era sempre e solo superiore alla media del periodo; successivamente, i dati elaborati agli inizi di Ottobre hanno presentato un "conto bollente", che purtroppo ci aspettavamo. 
Prima però di arrivare ai dati conclusivi, ci sembra doveroso presentare, un quadro generale su scala Europea. 

giovedì 15 settembre 2011

a cura di Paolo Leoni

L'estate meteorologica, da "calendario", inizia il 1 Giugno e termina il 31 Agosto; quella astronomica, invece, comincia il 21 Giugno e termina il 21 Settembre.
Le date, sia meteorologiche sia astronomiche, sono soltanto indicative; alla fine, come sempre, è la Natura che decide quando "iniziare" e quando "finire". A volte "si attiene" al calendario, altre, fa un po' a modo suo.
Quest'anno, più degli altri anni, sembra proprio che Madre Natura abbia deciso di non seguire affatto il calendario.
Ed ora che l'estate meteorologica è finita, non ci resta che confrontare i dati rilevati con quelli statistici e trarre le  nostre conclusioni a riguardo.
L'infuocato titolo "Estate 2011" non è stato assolutamente scelto a caso, ma riassume e rispecchia la stagione appena passata.
Procediamo, quindi, con ordine all'analisi dei dati, partendo da una scala globale fino a concentrarci sulla provincia di Bologna, passando per l'Europa e l'Italia.  

venerdì 19 agosto 2011

L'estate sta finendo... o quasi!

a cura di Paolo Leoni


"Non c'è che una stagione: l'Estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'Autunno la ricorda, l'Inverno la invoca, la Primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla"
(Ennio Flaiano)

L'Estate non è "l'unica stagione" ma sicuramente è la più amata. Il sole e il caldo sono decisamente più piacevoli e più salutari di freddo e neve. La tipica estate Mediterranea è caratterizzata da molto sole e tanto caldo, con scarsi temporali, confinati soprattutto sui rilievi; ma quando il caldo diventa "esagerato", allora, forse, si comincia ad odiare la "bella stagione". 
Per la meteorologia l'Estate comincia il 1 Giugno e termina il 31 Agosto; per l'astronomia, inizia il 21 Giugno e termina il 21 Settembre. In questo lasso di tempo, nel Mediterraneo e quindi anche in Italia, si verificano almeno 3 o 4 ondate di "caldo eccessivo", di solito, durano 7-10giorni; poi, le temperature tornano in media o leggermente al di sotto. A volte il calo termico, successivo all'ondata di calore, è accompagnato da temporali. Questa è la norma, ma non sempre la Natura si attiene alle regole. 
Mancano poco più di dieci giorni alla fine dell'Estate meteorologica 2011, mentre il termometro continua a registrare valori decisamente alti per il periodo. In quasi tutta Italia le temperature minime faticano a scendere sotto i 20°C mentre le massime superano i 30°C/32°C. Purtroppo, stiamo pagando il fresco di inizio Agosto, la stagione ha deciso di chiudere il bilancio, almeno, in pari; ma se continua così, quasi sicuramente, andrà in positivo. 
MeteoIng ha proposto, al termine della Primavera 2011, un resoconto generale della stagione e così farà anche per l'Estate 2011; in attesa dei dati NOAA, che verranno confrontati con le medie e con i dati dell'ARPA dell'Emilia Romagna, possiamo solo "mettervi in attesa", ricordandovi, comunque sia, che il sito meteo www.meteo.ing.unibo.it è sempre attivo e aggiornato.
Così come il sito, anche il forum www.forummeteo-emr.it (non gestito da MeteoIng) è un ottimo punto di riferimento per conoscere e seguire da vicino e con facilità la meteorologia. 
Un saluto a tutti voi... 

lunedì 18 luglio 2011

Il Meteo del Tour de France 2011

"La Météo du Tour de France"
a cura di Paolo Leoni
Analizzando, dal punto di vista meteorologico, la terza ed ultima settimana del Tour de France 2011, si denota chiaramente una moderata anomalia negativa delle temperature con annesso surplus pluviometrico. 
Prima di passare ai dettagli, di seguito un breve riassunto della prima e seconda settimana di Tour: 
1a settimana 3-9 Luglio 2011: Anomalia termica praticamente assente, solo nella Francia meridionale sono stati registrati valori anomali leggermente positivi rispetto al periodo (+1°C/+3°C). Precipitazioni quasi assenti con valori compresi tra 1mm e 10mm su quasi tutta la Francia, solo nell'estremo nord-ovest e nell'area sud-orientale si sono raggiunti i 10/20mm.
2a settimana 10-17 Luglio 2011: Anomalia termica leggermente negativa con l'area nord-occidentale sotto media di circa 1°C/3°C. Precipitazioni: sulla Francia centro-settentrionale 10mm/20mm; sulla Francia meridionale 25mm/50mm con punte di 50mm/100m.
(Maggiori dettagli potrete trovarli alla fine dei due post relativi alla seconda e terza settimana del Tour)

Tornando, quindi, alla terza settimana, come abbiamo già anticipato: è stata una settimana fresca e molto piovosa. Dai dati NOAA, risulta, come in quasi tutta la Francia ci sia un'anomalia termica negativa compresa tra 1°C/3°C;  con il picco di anomalia nella Regione dei "Pirenei Medi", con ben 5°C/7°C in meno rispetto alla media stagionale. 5°C/7°C di scarto dalle medie del periodo, sono veramente tanti; a conferma di ciò, in questi sette giorni, nella stessa area il valore di temperatura più alto non ha superato i 20°C; mentre, le minime hanno raggiunto quasi i 5°C. Insomma, per essere un'area di bassa collina-collina, posizionata alla stessa latitudine del Nord Italia, ha registrato valori per il periodo veramente notevoli.
Oltre al fresco ci sono state anche molte piogge: gran parte della Francia ha avuto accumuli compresi tra 50mm/100m; con valori minimi solo lungo le coste Atlantiche e Mediterranee, dove non sono caduti più di 15mm/20mm. 

 


Riassumendo: è stato sicuramente un Tour de France fresco e piovoso, i corridori non hanno quasi mai patito il caldo, anzi, per soli due giorni sono riusciti ad evitare anche la Neve, caduta nella giornata di Martedì oltre i 2000m con accumuli di 15cm/20cm oltre i 2500m. A fine Luglio, uscirà il resoconto mensile, ma non credo che si discosterà molto dalla disamine appena proposta.

Personalmente e a nome di MeteoIng, ringrazio tutti coloro che ci hanno seguito condividendo meteo e sport. Abbiamo registrato oltre 150utenti nell'arco di questi giorni.Grazie ancora e alla prossima occasione, continuate, comunque, a seguirci.


Di seguito le varie Maglie con i relativi vincitori...

lunedì 11 luglio 2011

Il Meteo del Tour de France 2011

"La Météo du Tour de France"
a cura di Paolo Leoni

Seconda Settimana

Aggiornamento: 17 Luglio 2011, ore 12.30



Domenica 17 Luglio 2011- 15a tappa: Limoux - Montpellier  [193km]




Tappa n°15 del Tour de France. Tappa di pianura, da Limoux  a Montpellier, oltre 193km, con partenza prevista per le 12.55 ed arrivo previsto per le 17.30, circa. La tappa parte dal dipartimento di' "Aude", nella regione francese di "Linguadoca-Rossiglione"; ed arriva nel dipartimento di "Herault", facente parte sempre della stessa regione.


Dopo tre grandi tappe, oggi ci sarà la possibilità di "rifiatare un attimo", in attesa del giorno di riposo di domani. Una tappa pianeggiante, senza troppe insidie, con un solo gran premio della montagna e di 4a categoria, posto a 208m. Arrivo quasi sicuramente in volata. 


Previsione meteo (15a Tappa): Un fronte perturbato di matrice Atlantica sta attraversando la Francia da NE a SW. Per la tappa odierna, la possibilità di pioggia rimane, però, molto bassa quasi assente. C'è solo il rischio che qualche nuvola copri momentaneamente il sole. Pertanto, si avrà una tappa asciutta e non troppo calda: le temperature si aggireranno tra i 18°C/22°C. Purtroppo, però, "non è tutto oro ciò che luccica"; le correnti nord-occidentali, saranno di forte intensità. Il vento, quindi, soffierà deciso sulla corsa, con valori medi tra i 30km/h e i 40km/h, con punte di massime anche di 50km/h. Essendo una tappa di pianura, sarà veramente dura, soprattutto per i gregari che si troveranno a fronteggiare un vero e proprio "muro trasversale" (poiché il vento soffia da Nord verso Sud, quindi da Sinistra verso Destra, rispetto alla tappa), per "difendere" i loro capitani. 



lunedì 27 giugno 2011

Primavera 2011

a cura di Paolo Leoni
La Primavera meteorologica inizia il 1 Marzo e termina il 31 Maggio; mentre, quella astronomica comincia con l'equinozio di primavera, appunto, il 21 Marzo e termina con il solstizio d'estate il 21 Giugno. Considerando che l'Inverno è la stagione fredda e l'Estate è la stagione calda, l'Autunno e la Primavera vengono definite "stagioni di transizione". Questi due periodi dell'anno, per antonomasia, sono caratterizzati da fasi "invernali" e fasi "estive" più o meno intense, che si alternano per periodi più o meno lunghi.
La Primavera 2011 del Vecchio Continente è stata caratterizzata, soprattutto, da fasi estive; e in alcuni casi, proprio nel cuore della primavera stessa, si sono avute ondate calde tipiche di Giugno e Luglio. 
Ma procediamo con ordine. I dati elaborati, su scala Europea, non lasciano scampo: la primavera appena trascorsa è stata caratterizzata da un' anomalia termica positiva di 1°C-3°C. Valori di anomalia massima si sono registrati tra Francia-Germania-Svizzera-Austria; tali aree hanno rilevato un surplus termico anche di 2-3°C. 
Solo l'Italia meridionale e le aree del Mediterraneo orientale sono riuscite a rientrare in media con la stagione, sicuramente aiutate dalla presenza del mare, che avendo temperature ancora basse, non ha favorito l'aumento termico sull'immediata terraferma. 

Anomalia Termica - Primavera 2011
Per quanto riguarda le precipitazioni, invece, a volte basta guardare l'anomalia termica per dedurre quanto e se è piovuto: anomalie termiche positive sono indice di scarsa piovosità. 
La primavera 2011 è stata decisamente secca, per quasi tutto il continente. L'anomalia precipitativa per le regioni centrali, fino alla Russia Europea, è di circa 50-100mm, con punte di 160-170mm. Tali valori, tradotti in percentuale, corrispondono, per alcune aree, a meno del 25% dell'accumulo pluviometrico medio, in Primavera. Le regioni con maggior deficit pluviometrico sono quelle Francesi e Tedesche, accompagnate anche dall'area sud-orientale della Gran Bretagna e meridionale della Penisola Scandinava. 
Le uniche aree che hanno beneficiato di qualche accumulo in più, sono le stesse che presentano valori termici anomali più contenuti. In primis le aree centro meridionali di Spagna ed Italia. Qualcosa in più "è caduta" sulla costa occidentale dalla penisola Scandinava e sul nord della Gran Bretagna. Comunque sia nulla di rilevante rispetto alla media Europea. Combinando l'anomalia termica positiva e l'anomalia precipitativa negativa, si può dedurre, facilmente, come la primavera 2011 in Europa sia stata caratterizzata dalla presenza, quasi incessante, dell'Anticiclone; con pochissimi episodi atlantici e ancor meno d'origine artica.

Anomalie Precipitative in millimetri - Primavera 2011

sabato 4 giugno 2011

Il "Local Warming": un problema serio.

Il Clima del Pianeta Terra può sembrare apparentemente stabile, in quanto, fin dalla nascita della Natura, così come noi la conosciamo, nessun evento climatico è riuscito a cambiare radicalmente o a distruggere questo sistema tanto forte quanto equilibrato. L'uomo, l'ultimo arrivato, ha percorso, e tutt'ora lo sta facendo, solo l'ultimo tratto di un tragitto che la Natura ha iniziato milioni e milioni di anni fa.
Se circa 2,5milioni di anni fa il genere "Homo" ha messo piede sulla Terra ferma, prima di raggiungere l'ultimo stadio evolutivo, ovvero l'"Homo Sapiens", sono passati oltre 2,3milioni di anni. Pertanto la specie di cui noi facciamo parte ha "solo" 200.000anni di vita. Se consideriamo, tutto ciò che l'"Homo Sapiens" ha compiuto in questi migliaia di anni, sicuramente, gli anni trascorsi, saranno tanti, molti; ma se li rapportiamo alla vita del "Nostro Clima" sono veramente pochi. Eppure, in questi tempo, il clima è cambiato, e tutt'ora cambia, ma fino ad ora nessun cambiamento è stato così catastrofico o fatale per il genere umano o per la Natura. 
I cambiamenti climatici, più o meno localizzati e più o meno intensi, hanno colpito intere regioni; a volte, tutto il clima terrestre è radicalmente mutato (glaciazioni), ma questi cambiamenti per quanto repentini siano stati si sono verificati in centinaia e centinaia di anni. Quindi, nessun singolo individuo è riuscito ad apprezzare l'interno mutamento climatico, ma ha potuto assistere solo ad un eventuale cambiamento di tendenza del clima.
Oggi, forse più che mai, l'uomo è spettatore e protagonista di un cambiamento climatico. Si parla molto di "Global Warming", ovvero del Riscaldamento Globlale, ma viste le forti e continue oscillazioni climatiche che caratterizzano da sempre il nostro Pianeta, è difficile e prematuro attribuire un aumento termico globale all'uomo. E' sicuramente più "facile" e dimostrabile, come l'uomo possa aver influenzato il clima a scala locale, attraverso la creazione e l'espansione degli attuali centri urbani e/o industriali.  
Senza allontanare troppo lo sguardo verso altri continenti e verso altre nazioni, dove per altro vi sono centri cittadini ben più grandi di quelli italiani, concentriamoci un attimo su Roma. 
Basta dare un occhiata veloce agli archivi meteorologici per scoprire come dal 1950 ad oggi, quasi tutti i record di temperature massime si siano registrati negli ultimi 10-15anni; mentre i record negativi risalgono, la maggior parte, tra gli anni '70-'80. Premesso che in Italia non si verificano ondate gelide da poter regalare record secolari, da ormai oltre 25 anni; è comunque innegabile l'aumento termico medio che la capitale Italiana sta vivendo. Inoltre la frase "E' sempre più difficile vedere la neve a Roma" è ormai divenuta quasi proverbiale. Ma come Roma, così anche Milano, Napoli, Torino, Bologna ecc... stanno subendo un lento e progressivo aumento termico dovuto al fenomeno dell'inurbamento
Cerchiamo di capire come sia possibile che la creazione o l'espansione di un centro urbano possa modificare il clima a livello locale. 

Prima di passare alla spiegazione, dobbiamo tener presente il Calore Specifico e la Capacità Termica.
Il Calore Specifico di una sostanza è definito come la quantità di calore necessaria per innalzare l'unità di massa di un grado centigrado: J / (Kg x °C)
La Capacità Termica, invece, è il rapporto tra Calore fornitogli e l'aumento della temperatura che ne è derivato: J / °C. 
Inoltre, dobbiamo ricordarci, che il Sole emana calore attraverso le radiazioni solari le quali vengono assorbite dalla superficie terrestre e quindi reimmesse con lunghezze d'onda decisamente più lunghe. Pertanto il rilascio sarà più graduale rispetto all'assorbimento.

Consideriamo, ora, un area, completamente pianeggiante, in quanto la presenza di montagne o vallate non farebbe altro che accentuare questo fenomeno locale. L'area inizialmente è ricoperta dalla campagna, quindi è presente della vegetazione o una radura.  
Il terreno composto da piante o da erba ha una capacità termica inferiore, rispetto all'asfalto e al mattonato. Ovvero, ipotizzando un esposizione di 12h ai raggi solari: un'area boscata subirà un aumento termico molto basso, sia per le piante sia per lo scarso filtraggio dei raggi solari; un' area erbosa, subirà un aumento termico contenuto; mentre, un area urbana, formata da case e strade avrà un notevole aumento termico. Il calore propagandosi dal basso verso l'alto, produrrà, quindi, un incremento termico anche dell'aria sovrastante. Questo è ciò che avviene durante le ore solari. Di notte, invece, l'area boscata, rilascerà rapidamente quel poco calore accumulato durante il giorno; mentre l'area urbana rilascerà un enorme quantitativo di calore, impedendo così un calo "termico naturale".  
Pertanto, nella "nostra area" di partenza, una volta che la natura ha lasciato il posto alla città si andrà a creare sopra quest'area una sorta di "bolla di calore". Dove sul centro città si concentrerà il punto più alto di questa "ipotetica bolla". 
Dal seguente grafico è più facile capire il concetto appena esposto: nell'area urbana la temperatura registrata è decisamente superiore rispetto alle altre aree a diversa tipologia.

Andamento termico in funzione delle diverse tipologie di aree territoriali
A dimostrazione di ciò sono stati condotti numerosi sperimenti scientifici, con rilevazioni termiche in area urbana e in aperta campagna; a quote altimetriche differenti.
L'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ha stabilito che la temperatura dell'aria si debba registrare alla quota di 180-200m; il sensore opportunamente schermato deve essere installato sopra un manto erboso o un tappeto sintetico di colore verde. Tali accorgimenti, per quanto utili ed indispensabili, non bastano a fronteggiare il fenomeno del riscaldamento locale. In una città come Roma, Milano, Bologna, Napoli, una stazione meteo che rispetta i requisiti appena elencati registrerà valori termici, comunque e sicuramente, superiori a quelli che si avrebbero nella determinata area in condizioni di "aperta campagna" oppure di 1000 anni fa.
A riguardo, il Prof. Mazzarella ha condotto studi dettagliati e scientificamente validi. Io personalmente ho avuto il piacere e l'onore di poter assistere al "3° Convegno Internazionale di Meteorologia e Climatologia" tenutosi il 27 Febbraio 2010 ad Allumiere, dove il Prof. Mazzarella a presentato ed esposto il suo studio riguardo al Local Warming, condotto nella città di Napoli. Lui stesso ha rilevato con particolari termometri la temperatura alle varie quote (pochi centimetri, fino ad un paio di metri) in una piazza nel centro di Napoli. Dai dati registrati si evince come al suolo la temperatura raggiunta superasse, in un giorno d'estate, i 65°C fino a toccare i 70°C!!! Ovviamente, salendo di quota il valore calava drasticamente, ma a solo un metro d'altezza ancora non era scesa sotto i 40°C. Pertanto è più che lecito pensare in un eccessivo aumento termico anche alla quota di rilevamento ufficiale, ovvero 2m. In campagna, ad esempio, ad "altezza suolo" in nessun caso verrebbero registrati 70°C. Ciò dimostra l'effettiva presenza di un riscaldamento localizzato.
Il Prof. Mazzarella si è spinto oltre, infatti, i suoi studi non si sono fermati alla temperatura dell'aria a quote prossime al suolo o di rilevamento; ma ha effettuato una stima delle precipitazioni e ha notato come con il passare degli anni queste siano aumentate sia di intensità sia quantitativamente. Il motivo di questo aumento non può essere lasciato al caso, come lo stesso Professore ha sostenuto al convegno, la presenza di un'area "calda localizzata" provoca un campo depressionario sull'area stessa. E se questa depressione a scala nazionale, risulta irrilevante, o quasi, a scala locale produce un "effetto ad imbuto": ovvero attira verso il cuore dell'area depressionaria le perturbazioni, incrementandone gli effetti.
Ovviamente non si tratta ne di uragani ne di cicloni extra-tropicali, il tutto rimane molto contenuto e in un'area delimitata. L'aumento è comunque riscontrabile numericamente e a lungo andare, soprattutto con la continua espansione cittadina, i dati saranno sempre più eloquenti e nel corso del tempo si potranno avere cambiamenti di un certo spessore.
Un caso ancor più evidente è quello della città di Roma. Purtroppo, non sono a conoscenza di eventuali studi condotti sulla città capitolina e non ho ne i mezzi ne gli strumenti necessari per condurre uno studio simile a quello del Prof. Mazzarella; ma nel mio piccolo, mi sono accorto come durante gli eventi perturbati o anche i temporali estivi, la città capitolina riesca ad attirare a se sempre i nuclei più intensi e talvolta anche ad alimentare i nuclei stessi. Più di ogni altra area o città laziale.
Il passaggio tra riscaldamento globale e influenza diretta sul clima locale è tutt'altro che facile, tutt'ora è fonte di studio e ricerca; sicuramente è un fenomeno reale e persistente. Una cosa è sicura, quando si registrano i dati di una area urbana e si confrontano con i dati di 50-60anni fa, dove magari in quella stessa area era presente solo la campagna, sicuramente si riscontrerà un aumento termico più o meno intenso. E se qualora, a scala globale, vi è stato veramente un aumento termico, seppur lieve, tale incremento potrebbe risultare ben più intenso a scala locale.
Sempre a causa dell'aumento termico localizzato, la neve in città potrebbe cadere sempre meno; inoltre, non è trascurabile l'effetto albedo che segue le grandi nevicate, soprattutto nel Nord Italia.
In modo particolare l'anno scorso, quando a Dicembre si verificò un abbondante nevicata su gran  parte dell'Emilia Romagna. La neve rimase al suolo per diversi giorni, grazie all'aria fredda che continuava ad affluire, ma le zone in aperta campagna raggiunsero di notte temperature anche di -16/-18°C mentre le città si fermarono a "soli" -7/-9°C. La differenza termica è imputabile alla copertura del manto nevoso, che in campagna era omogeneo e continuo, mentre in città la neve caduta, difficilmente riusciva a coprire completamente il territorio (prati, tetti, auto e soprattutto strade). Queste differenze, apparentemente trascurabili, risultano poi rilevanti al fine delle medie mensili e stagionali.
Concludendo, vorrei attirare la vostra attenzione con un piccolo e semplice esperimento: recatevi al tramonto o all'alba in un'area aperta e verde prossima alla città, magari portando con voi un termometro. Sarà impossibile non notare la sensibile differenza termica tra l'area urbana e l'area in questione, come può essere un grande parco o una campagna.
Quindi se, per assurdo, potessimo sostituire la città alla campagna, avremo risolto il problema del Local Warming.
Pensandoci un attimo, tale fenomeno è sensibilmente presente e soprattutto, ad oggi, non vi è alcun rimedio; in quanto le città ci sono e sono in continua espansione.



mercoledì 11 maggio 2011

Basso colpo di coda per l'inverno 2010/2011

Spesso accade che all'inizio della stagione primaverile l'inverno giochi la sua ultima carta. A volte, è capitato, che proprio l'ultima carta giocata dal Generale Inverno è stato un vero e proprio jolly; conservato, magari, per chiudere una stagione invernale un po' magra. Quest'anno l'inverno italiano è stato caratterizzato da alti e bassi e localmente anche da record trentennali o cinquantennali, ma nulla di eccezionale. Sicuramente non c'è stato il famigerato colpo di coda in "formato jolly". L'ultimo evento freddo che ha colpito la nostra penisola, risale agli inizi di Marzo, proprio nei primissimi giorni di primavera meteorologica e agli sgoccioli dell'inverno astronomico.

L'evento che ha colpito il centro-sud Italia tra Domenica 8 Maggio e Martedì 10 Maggio può essere annoverato tra gli "eventi eccezionali". Le avverse condizioni meteo vissute da Puglia e Calabria, in primis, sono più tipiche di fine Novembre o metà Marzo piuttosto che di primavera inoltrata.

Tutto ciò è scaturito dalla posizione dell'anticiclone sul Nord-Est Europeo, il quale, prima ha inviato aria fredda verso le regioni meridionali del Vecchio Continente; poi, spostandosi verso sud, ha causato il "rientro" della stessa massa d'aria fredda, verso ovest. Quest'ultima, si è così riversata nell'area orientale del bacino del Mediterraneo, colpendo in pieno, come detto, Puglia e Calabria ma anche Abruzzo e Molise.
Lunedì 9 Maggio ore 12.00UTC - Situazione Barica e geopotenziali a 500hpa: la massa d'aria fredda si sposta dall'area Balcanica meridionale verso Puglia-Molise-Abruzzo-Calabria
Per queste due ultime regioni (Abruzzo e Molise) tali eventi non sono poi così rari, anche se il verificarsi di tali fenomeni in Maggio è comunque "un fuori stagione". Anche se, per queste zone, nulla di eccezionale: la neve è caduta fino a 1100/1200m mentre sulla costa pioveva con 13°C-14°C.
Discorso ben diverso per Puglia e Calabria. Soprattutto per l'ultima regione, geograficamente parlando, dell'Italia peninsulare.
L'Abruzzo e il Molise hanno subito una passata veloce, soprattutto nella notte tra l'8 e il 9 Maggio, quando il calo termico si è fatto veramente sentire, mentre le piogge non hanno raggiunto accumuli di rilievo.
Analizzando il picco massimo dell'ondata fredda, verificatosi nella mattinata di Lunedì 9 , si può chiaramente vedere come in Abruzzo a 850hpa spunti l'isoterma di 0°C.

Lunedì 9 Maggio ore 06.00UTC - Situazione termica 850hpa: l'isoterma di 0°C raggiunge l'Abruzzo
 
 Fonte: www.meteociel.fr
La stazione meteorologica posta al Passo Godi 1560m (AQ) conferma il vistoso calo termico: 8 Maggio ore 14.00, temperatura di 15.6°C; 24ore dopo, 9 Maggio ore 14.00 circa 1°C, dopo una minima di 0.8°C registrata a metà giornata. In 24ore c'è stato un calo termico di quasi 15°C. Sullo stesso passo la webcam ha immortalato una "mini bufera di neve" con accumulo massimo sull'ordine dei 10/12cm.

Passo Godi 1560m (AQ): 8 Maggio 2011 - 9 Maggio 2011
Fonte: http://www.caputfrigoris.it/rete-meteo/passogodi.htm
Tralasciando l'Abruzzo e il Molise, concentriamo ora la nostra attenzione su Puglia e Calabria: le regioni più colpite.
Partiamo dalla stazione meteo di monte S. Angelo 838m (FG): nella giornata di Lunedì 9 maggio la massima è stata di soli 10°C; mentre la massima di Domenica 8 Maggio, era stata di ben 17°C. Dal grafico si nota chiaramente come il calo si fa più consistente in alcune ore della giornata, ad esempio, nela sera di Lunedì la temperatura ha raggiunto i 6°C. 

Monte S. Angelo 838m (FG): andamento termico
Fonte: www.meteoam.it
Lo scarto termico si fa sempre più marcato scendendo di quota, per un motivo molto semplice: il maggiore soleggiamento rispetto ai mesi invernali, favorisce le zone di pianura. Se ipotizziamo un irruzione fredda ma secca, quindi senza nubi, in quota il calo termico sarà marcato mentre al suolo l'aria fredda non produrrà effetti di rilievo. Quindi, nelle regioni in esame alle quote pianeggianti, durante la giornata di Domenica il sole e le condizioni in quota ancora stabili hanno favorito massime anche oltre i 20°C; poi l'arrivo dell'aria fredda e le annesse precipitazioni hanno fatto calare drasticamente i valori termici. E' il caso di Bari, Lecce, Crotone. Nel capoluogo Pugliese, Bari, nella giornata di Domenica la massima è stata di 22°C,  mentre, Lunedì si sono registrati 17°C; anche se per tuta la giornata la temperatura ha avuto un andamento tra i 14 e i 16°C.
Bari: andamento termico
Fonte: www.meteoam.it
Entriamo nella regione più colpita: la Calabria. Partiamo dalle quote alte: Monte Scuro 1677m. Nel cuore della Sila è tornata la neve. La stazione di Monte Scuro nella giornata di Domenica aveva fatto registrare una massima di 12°C; mentre, la temperatura massima registrata Lunedì è stata solo di 3°C e per tutto il pomeriggio la temperatura ha oscillato tra 0°C e 1°C con la neve che cadeva a tratti copiosa oltre i 1500/1600m. Tornando all'eccezionalità dell'evento, possiamo costatare dalle rilevazioni come la massima di Martedì sia stata inferiore alla media minima di quasi 1°C, con uno scarto medio di 3°C, circa. Valori veramente notevoli per il periodo, nonostante la zona a quota elevata. 
Monte Scuro 1677m (CS): andamento termico
Fonte: www.meteoam.it
Per ottenere notizie più dettagliate, ci viene incontro il sito dell'ArpaCal. Un po' tutte le stazioni meteo posizionate sulla fascia centro-orientale della Calabria propongono dati degni di nota. Ma, per comodità, scegliamo solo quelle più rilevanti. La stazione di Camigliatello è situata nel cuore della Sila a "soli" 1368m. Tale quota è stata sufficiente per rituffare il piccolo paese in Inverno. Infatti tra Lunedì e Martedì la stazione meteorologica ha registrato valori invernali, o sicuramente tardo autunnali, con accumuli precipitativi notevoli. Molti dei quali sotto forma solida (neve). Dai grafici si stimano circa 50mm di precipitazioni avvenute con temperature comprese tra i -2°C e i 2°C (il grafico riporta una massima di 7,4°C registrata nella giornata di Lunedì, da un'analisi accurata, tale valore è stato misurato all'alba di Lunedì 9 Maggio. Il calo è stato poi prodotto dall'arrivo di un primo nucleo freddo con grandine e pioggia battente, facendo scendere in pochissimo tempo la temperatura, vicino agli 0°C). 
Camigliatello Monte Scuro 1368m (CS): Temperature Media Giornaliera
Fonte: http://www.cfcalabria.it/
Camigliatello Monte Scuro 1368m (CS): Temperature Minime
Fonte: http://www.cfcalabria.it/
Camigliatello Monte Scuro 1368m (CS): Temperature Massime
Fonte: http://www.cfcalabria.it/
Camigliatello Monte Scuro 1368m (CS): Precipitazioni
Fonte: http://www.cfcalabria.it/
 
A conferma di ciò, le webcam della zona in questione hanno regalato un suggestivo panorama invernale nel cuore della primavera. 

Camigliatello Silano 1368m (CS): Paese
Fonte: http://www.camigliatellosilano.eu/live-corso-camigliatello.html

Camigliatello Silano 1368m (CS): Inizio Piste
Fonte: http://94.94.164.18/cgi-bin/viewer/video.jpg?streamid=0
Se questi dati e queste immagini vi sembrano "insufficienti" per definire l'evento eccezionale, allora vi dovrete assolutamente convincere del fatto, con l'ausilio dei dati statistici a scala ventennale. Infatti, secondo i dati ottenuti il record di minima nel mese di Maggio per la stazione di Camigliatello è di -1.6°C, registrato nel 1997 e nel 2004. Valore totalmente stracciato con un bel -2.1°C. 
Insomma proprio inverno e sicuramente record. Sempre rimanendo in Calabria scendiamo però di quota, fino al mare, nella città di Crotone. Come detto, più si scende di quota e più incrementa il salto termico. Crotone, Domenica alle ore 12.00 registrava una temperatura primaverile di 21°C (0.5°C oltre la media massima stagionale); mentre 25h dopo, la temperatura era di appena 9°C. La temperatura massima di Lunedì, statisticamente valida, è stata di 16°C (5,5°C in meno dalle medie stagionali) ma se consideriamo  che per quasi tutto il giorno si sono avuti 9/10°C con pioggia e vento sostenuto dai quadranti nord-orientali, allora si può parlare tranquillamente di inverno. 

Crotone: Andamento termico
Fonte: www.meteoam.it 
Vorrei aprire una piccola parentesi: per i dati statistici la temperatura massima è quella registrata nell'arco delle 24h, di solito coincide con le ore più calde, quindi dalle 12.00 alle 15.00. Se partiamo da questo presupposto la statistica afferma che a Crotone il periodo più freddo dell'anno sono la prima e la seconda decade di Gennaio, dove la temperatura massima media è di 12,4°C.  Confrontando questo dato con quello registrato tra le 11.00 e le 18.00 di Lunedì 9 Maggio di soli 9/10°C, si deduce uno scarto di 2°C/3°C. 2°C/3°C da Gennaio!!! Da Maggio sono ben 11°C di scarto. Un valore veramente da record!!! La minima è stata di 8°C, mentre il record di Maggio era di 9°C registrato nel 2009, seguito poi dai 10°C del 2004. Ma stiamo parlando comunque di minima record del mese di Maggio, non di Massima record. In questo caso 9°C si sono registrate a mezzogiorno. 
Per dovere di cronaca, dobbiamo riportare anche i 27mm di pioggia caduti. 

In conclusione dobbiamo veramente riconoscere che l'inverno 2010/2011, per il sud Italia, aveva riservato un colpo di coda veramente storico. Ha giocato il suo jolly migliore, eppure, non dimentichiamoci che molte zone della Calabria ma anche della Puglia hanno avuto eventi record anche a Dicembre 2010. 
Vi lascio con una piccola curiosità: mentre Lunedì pioveva e faceva freddo nel sud Italia, a Livigno si registravano 14.6°C (contro i 10°C di Crotone), con un cielo veramente limpido e un sole "da mare". 

Fonte: http://www.meteo-system.com/stazioni/trepalle.jpg